3 dicembre
I domenica di Avvento

Montagne e colline canteranno a Dio,
           alberi e foreste applaudiranno:
           viene il Signore, il Dominatore,
           e regnerà in eterno, alleluia.
 (2ª Antifona, Lodi, Domenica, I Settimana di Avvento)

 

“L’Avvento è tempo di attesa, di conversione, di speranza:

– attesa-memoria della prima, umile venuta del Salvatore nella nostra carne mortale; attesa-supplica dell’ultima, gloriosa venuta di Cristo, Signore della storia e Giudice universale;

– conversione, alla quale spesso la Liturgia di questo tempo invita con la voce dei profeti e soprattutto di Giovanni Battista: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 3, 2);

– speranza gioiosa che la salvezza già operata da Cristo (cf. Rm 8, 24-25) e le realtà di grazia già presenti nel mondo giungano alla loro maturazione e pienezza, per cui la promessa si tramuterà in possesso, la fede in visione, e «noi saremo simili a lui e lo vedremo così come egli è» (1 Gv 3, 2)”[1].

(Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, n. 96)

 

Inizia con i primi vespri della I Domenica di Avvento e termina prima dei Primi vespri di Natale.
(cfr. Norme generali per l’Ordinamento dell’anno liturgico e del calendario, n. 40)

 

 

PRIMI VESPRI

È opportuno valorizzarne la celebrazione comunitaria, con il rito del lucernario e l’accensione della prima candela della corona di Avvento.

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Per introdurre il popolo di Dio al tempo di Avvento è bene curare il linguaggio verbale, con monizioni semplici, brevi e ben preparate, e quello non verbale, attraverso la cura dei gesti liturgici, dei luoghi, delle luci, del canto[2].

 

La sobrietà che caratterizza il tempo di Avvento è differente rispetto a quella quaresimale. L’ornamento floreale, disposto preferibilmente intorno all’altare piuttosto che sopra, sia sobrio, in armonia con il resto dell’aula chiesa, capace di condurre alla celebrazione del Natale, senza anticiparla (cfr. OGMR, n. 305). Anche l’organo e gli altri strumenti musicali siano usati con moderazione, evitando di anticipare la gioia piena del Natale (Cfr. OGMR, n. 313)[3].

 

Accoglienza

Alcuni animatori liturgici o membri della comunità sulla porta della chiesa potrebbero accogliere, in modo non invadente e discreto, i fedeli, offrendo il libretto dei canti, aiutando anziani e ammalati a prendere posto, introducendo pellegrini e turisti, spiegando che le offerte in denaro raccolte nel tempo di Avvento verranno destinate ai fratelli più bisognosi della comunità parrocchiale.

 

Monizione d’inizio

Con la Prima Domenica di Avvento inizia il nuovo anno liturgico. La liturgia odierna ci invita vegliare operosamente in attesa dell’incontro con il Signore che viene.
Accogliamo con il canto la processione d’ingresso.

 

Riti d’introduzione

Con cura andranno preparati i riti d’introduzione. Si dia una particolare attenzione alla processione d’ingresso, disposta in modo ordinato, con un incedere calmo e sereno. I segni della processione d’ingresso (croce astile, evangeliario, sacerdote) richiamano la venuta di Dio in mezzo al suo popolo.

Si propone la seguente formula per il saluto del sacerdote:

Il Dio della speranza,
che ci riempie di ogni gioia
e pace nella fede
per la potenza dello Spirito Santo,
sia con tutti voi.

Si suggerisce di utilizzare la terza formula dell’atto penitenziale del Tempo di Avvento, che ben si armonizza con la Liturgia della Parola.

Signore, che vieni a visitare il tuo popolo nella pace, abbi pietà di noi.
R.
Signore, pietà.

Cristo, che vieni a salvare chi è perduto, abbi pietà di noi.
R. Cristo, pietà.

Signore, che vieni a creare un mondo nuovo, abbi pietà di noi.
R.
Signore, pietà.

 

Colletta

Se lo si ritiene opportuno, per il bene spirituale dell’assemblea, è possibile utilizzare la Colletta alternativa ispirata al Vangelo della I Domenica di Avvento anno B.

O Dio, nostro Padre,
nella tua fedeltà che mai vien meno
ricordati di noi, opera delle tue mani,
e donaci l’aiuto della tua grazia,
perché attendiamo vigilanti con amore irreprensibile
la gloriosa venuta del nostro redentore,
Gesù Cristo tuo Figlio.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
(MR, p. 962)

 

Prefazio

Il prefazio più adatto a questa domenica è Prefazio dell’Avvento I/A.

 

Acclamazioni

Si suggerisce di cantare quelle acclamazioni che hanno un’intonazione escatologica: “Annunciamo la tua morte…”, all’anamnesi della preghiera eucaristica;  “Tuo è il regno…”, al termine dell’embolismo della Preghiera del Signore.

 

Preghiera dei fedeli

Si ricorda come le intenzioni proposte debbano essere sobrie, formulate con una sapiente libertà e con poche parole, ed esprimere le intenzioni di tutta la comunità (cfr. OGMR, n. 71).

Nell’attesa del Redentore,
rivolgiamo le nostre suppliche al Padre che è nei cieli,
perché venga incontro alle nostre necessità
e a quelle di tutti gli uomini.

Intenzioni di preghiera

Tu ci riveli, o Padre,
che quanto più grande è la nostra attesa,
tanto più ricco sarà il tuo dono;
accogli queste nostre suppliche
e accresci in noi con la venuta del tuo Figlio
il bene inestimabile della speranza.
Per Cristo nostro Signore.

Amen.

 

Benedizione solenne

Per sottolineare l’inizio del Tempo di Avvento, si invita a concludere la celebrazione con la Benedizione solenne (cfr. MR, pp. 428-429) o con la preghiera di benedizione sul popolo proposta (MR, p. 448, n. 7):

Signore, fa’ risplendere la luce del tuo volto
sopra la tua famiglia,
perché aderisca di cuore alla tua legge
e possa attuare tutto il bene che le ispiri.
Per Cristo nostro Signore.

 

[1] “Il tempo di Avvento ha una duplice caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi”: Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario, n. 39.

[2] “I gesti e l’atteggiamento del corpo sia del sacerdote, del diacono e dei ministri, sia del popolo devono tendere a far sì che tutta la celebrazione risplenda per decoro e per nobile semplicità, che si colga il vero e pieno significato delle sue diverse parti e si favorisca la partecipazione di tutti”: OGMR, n. 42.

[3] “Il suono, da solo, di questi stessi strumenti musicali non è consentito in Avvento, in Quaresima, durante il Triduo sacro, nelle Messe e negli Uffici dei defunti”: Istruzione Musicam sacram, n. 66.