3 Dicembre
I domenica di Avvento
I domenica di Avvento
Immacolata Concezione
II domenica di Avvento
III domenica di Avvento
IV domenica di avvento
Natale del Signore
Santa Famiglia
Maria SS. Madre di Dio
Epifania del Signore
Battesimo del Signore
Preparate la via per ritornare al Signore che viene
Is 40,1-5.9-11
Sal 84
2 Pt 3,8-14
Mc 1,1-8
La Liturgia della Parola di questa seconda domenica di Avvento guida la comunità a comprendere che l’annuncio della salvezza vicina del Signore che viene deve essere accolto con un cambiamento esistenziale di ritorno a Dio. Non si può essere spettatori della salvezza bensì essa è un evento accessibile nella misura in cui le si va incontro.
La salvezza irrompe per coloro che la invocano e l’attendono, attraverso l’annuncio profetico, come un punto di luce in mezzo all’oscurità. Nella prima lettura dal libro di Isaia, la buona notizia, inaudita, che il profeta deve gridare, perchè tutti ascoltino, è quella della manifestazione del Signore che viene con potenza per salvare il suo popolo operando la liberazione e il perdono: la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata (Is 40,2). La salvezza ha inizio concretamente proprio attraverso questa parola profetica che consola (cf. Is 52,7-10) e «parla sul cuore», un’espressione di intimità sponsale. Il Signore viene nella voce profetica che, se è accolta, prepara la via nel deserto verso la libertà. Il popolo, infatti, è diventato come un deserto, inaridito per il lungo esilio, che consiste innanzitutto nella sua lontananza da Dio. Ma ora attraverso la parola annunciata dal profeta, che ha la forza di trasformare e di rimettere in cammino, Dio conduce il suo popolo nella direzione della redenzione e della vita. Tuttavia la parola di Dio può operare ciò che annuncia se è ascoltata e accolta da parte umana.
La risposta positiva in tal senso viene espressa, in questa Liturgia della Parola, nel Salmo 84. In esso, la comunità liturgica si apre con fiducia e va incontro al Signore che viene: Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore; egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli […]. Si, la sua salvezza è vicina a chi lo teme (Sal 84,9-10). Nel volgersi a Dio della comunità, si amplifica l’annuncio della salvezza che qui è identificata con lo shalom divino, una condizione di completezza, di interezza nella realizzazione delle potenzialità di vita a cui aspira tutta l’esistenza umana. Inoltre si esprime la certezza della vicinanza dell’azione salvifica e dell’affermazione permanente della presenza divina con i sui beni in mezzo al suo popolo.
Nella storia della rivelazione la buona notizia decisiva dell’avvento della redenzione e del mondo nuovo divino è quella del Messia: Gesù, Cristo, Figlio di Dio (Mc 1,1), che tutto il Vangelo di Marco non fa altro che annunciare, fin dal suo inizio. Giovanni Battista fu mandato come profeta ed è rappresentato con le peculiarità di Elia che, secondo la tradizione (cf. 2 Re 1,8; Mal 3,23), sarebbe stato precursore del Messia. Giovanni annuncia la venuta del Messia e pratica un battesimo di pentimento per il perdono dei peccati riconducendo coloro che erano lontani alla salvezza e alla liberazione messianica. Le parole e i gesti di Giovanni ricevono un’interpretazione profetica con la citazione dell’annuncio sul profeta mandato a preparare nel popolo la via al Signore che viene con la sua salvezza (Is 40,3-4). L’attività penitenziale di Giovanni pertanto si comprende più in profondità nella prospettiva della consolazione per la buona notizia della redenzione del Messia. Essa, inoltre, insegna che accogliere l’annuncio colmo di speranza della salvezza messianica richiede un concreto cambiamento nell’agire umano, un nuovo orientamento dell’esistenza a Dio. Il decisivo ritorno Dio è la via per la quale si va incontro al Signore che viene nella rivelazione della sua gloria, della sua presenza e potenza redentrice messianica.
Il passo della seconda lettera apostolica di Pietro esorta la comunità cristiana a non considerare la prolungata attesa per la venuta ultima del Signore un ritardo. Piuttosto, il tempo di Dio è diverso da quello umano (cf. Sal 90,4), e la dilazione, agli occhi umani, della parusia è un tempo in cui si manifesta la pazienza di Dio per l’umanità. È un tempo dato perché ogni persona si penta e faccia ritorno a Dio, per diventare partecipe della gioia della salvezza. La comunità dei credenti, vivendo di continuo nella santità delle azioni secondo le vie di Dio e nella preghiera, diventa nella storia una comunità profetica che è protesa e affretta l’avvento di cieli nuovi e terra nuova (cf. Is 65,17; 66,22; Ap 21,1) nei quali la giustizia avrà stabile dimora.