Repertorio musicale

  1. Repertorio per celebrare

Ingresso: Tu sarai profeta (RN 60)
Salmo responsoriale: proposta musicale CEI
Canto al Vangelo: Cieli e terra cantano (RN 45)
Presentazione dei doni: Benedetto sei tu, Signore (RN 260) oppure silenzio
Comunione: E cielo e terra e mare (RN 49)

 

  1. Conoscere il repertorio

Proposta musicale dal Repertorio Nazionale

E cielo e terra e mare (RN 49)

Testo: D.M. Turoldo
Musica: G.M. Rossi
Fonte: Edizioni LDC
Uso: Ingresso, comunione, Liturgia delle Ore.
Forma musicale: inno

 

  1. E cielo e terra e mare invocano
    la nuova luce che sorge sul mondo:
    luce che irrompe nel cuore dell’uomo,
    luce allo stesso splendore del giorno.
  2. Tu come un sole percorri la via,
    passi attraverso la notte dei tempi
    e dentro il grido di tutto il creato,
    sopra la voce di tutti i profeti.
  3. Viviamo ogni anno l’attesa antica,
    sperando ogni anno di nascere ancora,
    di darti carne e sangue e voce,
    che da ogni corpo tu possa risplendere.
  4. Per contemplarti negli occhi di un bimbo
    e riscoprirti nell’ultimo povero,
    vederti piangere le lacrime nostre
    oppur sorridere come nessuno.
  5. A te che sveli le Sacre Scritture
    ed ogni storia dell’uomo di sempre,
    a te che sciogli l’enigma del mondo,
    il nostro canto di grazie e di lode.

 

Il testo

Presentare un brano uscito dal cuore e dalle mani di due ‘poeti di Dio’ come P. Davide M. Turoldo e P. Giovanni Maria Rossi non è semplice, ma la chiave di lettura del brano in esame sta proprio nella loro profonda esperienza di Dio, che permette di far nascere, nel cuore di noi lettori e ascoltatori, il desiderio e l’attesa di Dio.

L’attesa del ‘Dio bambino’ si esprime attraverso le prime parole del testo, (“e cielo e terra..”), con lo stupore e la meraviglia per l’evento che ogni anno (“viviamo ogni anno”) si ripete ciclicamente, così da coinvolgere ogni cristiano nella nuova incarnazione (“nascere ancora”). Il testo sviluppa, nelle sue cinque parti, una vera meditazione teologica, molto ricca di risonanze bibliche sul mistero del Natale.[1] Nella seconda strofa possiamo ritrovare citazioni come il salmo 18, la Lettera ai Galati  4,4 e la lettera ai Romani 8, nella terza e quarta strofa il coinvolgimento della nostra vita nella storia della salvezza, mentre nell’ultima strofa ritroviamo il tema di Cristo luce, proposto nella prima strofa, dove la “nuova luce” invocata, svela “le Sacre scritture” e la storia di ogni uomo (“a te che sciogli l’enigma del mondo” ). Per questo tutti siamo invitati a rivolgere “il nostro canto di grazie e di lode”.

 

La musica

Ecco una melodia che si apre, come a uno sguardo verso il cielo e che ritorna per far risuonare le parole in una meditazione che si apre alla speranza. Il rischio più frequente per un brano in 6/8 è quello di renderlo simile a un ‘giro di walzer’ oppure quello di trasformarlo in un tempo binario, rischiando di trasformare le varianti ritmiche all’interno delle battute. La forma innodica richiama il senso dell’unanimità della lode, nella pratica esecutiva delle nostre assemblee spesso riscontriamo però la difficoltà a esprimere, nel modo adeguato, questa lode unanime, perché si finisce con l’ “appiattire” l’esecuzione, togliendo la vitalità stessa dell’inno. Il suggerimento per ovviare a questo inconveniente, perciò sarà quello di eseguirlo nella forma alternata: Coro/Assemblea, favorendo uno sviluppo più dinamico, attraverso il dialogo tra le due parti.

 

Quando e come utilizzarlo

La struttura ritmica del canto è tale da mettere in evidenza l’aspetto processionale. Ciò contribuisce a renderlo particolarmente efficace come canto d’ingresso o canto di comunione.
Il suggerimento per l’esecuzione è di proporre un’introduzione strumentale dell’intera melodia e di riprendere la prima battuta come breve interludio tra le altre strofe. Per quanto riguarda l’apprendimento, il consiglio è di fare attenzione alla giusta intonazione degli intervalli soprattutto nel secondo e quarto verso, che ad un primo ascolto potrebbero sembrare simili. Una particolare attenzione va data alla terza strofa per il fraseggio dei primi due versi “viviamo ogni anno” e “sperando ogni anno” evitando così di pronunciare “ognanno”.

 

[1]     D. Mosso in MeA 1983/48 p.24