Liturgia delle Ore

Capitolo II

LA SANTIFICAZIONE DEL GIORNO OSSIA LE VARIE ORE LITURGICHE

 

II. Lodi mattutine e Vespri

 

37. «Le Lodi, come preghiera del mattino, e i Vespri come preghiera della sera, che secondo la venerabile tradizione di tutta la Chiesa, sono il duplice cardine dell’Ufficio quotidiano, devono essere ritenute le Ore principali e come tali celebrate»2.

38. Le Lodi mattutine sono destinate e ordinate a santificare il tempo mattutino come appare da molti dei loro elementi. Tale caratteristica mattutina è espressa assai bene da queste parole di san Basilio Magno: «Il Mattutino è fatto per consacrare a Dio i primi moti della nostra mente e del nostro spirito in modo da non intraprendere nulla prima di esserci rinfrancati col pensiero di Dio, come sta scritto: “Mi sono ricordato di Dio e ne ho avuto letizia” (Sal 76, 4); né il corpo si applichi al lavoro prima di aver fatto ciò che è stato detto: “Ti prego, Signore. Al mattino ascolta la mia voce; fin dal mattino t’invoco e sto in attesa” (Sal 5, 4-5)»3. Quest’ora inoltre, che si celebra allo spuntar della nuova luce del giorno, ricorda la risurrezione del Signore Gesù, «luce vera che illumina ogni uomo» (Gv 1, 9) e «sole di giustizia» (Ml 4, 2), «che sorge dall’alto» (Lc 1, 78). Perciò ben si comprende la raccomandazione di san Cipriano: «Bisogna pregare al mattino, per celebrare con la preghiera mattutina la risurrezione del Signore»4.

39. I Vespri si celebrano quando si fa sera e il giorno ormai declina, «per rendere grazie di ciò che nel medesimo giorno ci è stato donato o con rettitudine abbiamo compiuto»5. Con l’orazione che innalziamo, «come incenso davanti al Signore», e nella quale «l’elevarsi delle nostre mani» diventa «sacrificio della sera»6 ricordiamo anche la nostra redenzione. E questo «si può anche intendere, con un significato più spirituale, dell’autentico sacrificio vespertino: sia di quello che il Signore e Salvatore affidò, nell’ora serale, agli apostoli durante la Cena, quando inaugurò i santi misteri della Chiesa, sia di quello stesso del giorno dopo, quando, con l’elevazione delle sue mani in croce, offrì al Padre per la salvezza del mondo intero se stesso, quale sacrificio della sera, cioè come sacrificio della fine dei secoli»7.

Per orientare, infine, la nostra speranza alla luce che non conosce tramonto, «noi preghiamo e chiediamo che di nuovo venga su di noi la luce, e invochiamo la venuta di Cristo che ci porterà la grazia della luce eterna»8.

Finalmente in questa Ora, in armonia con le Chiese orientali, cantiamo: «O luce gioiosa della santa gloria dell’eterno Padre celeste, Gesù Cristo; giunti al tramonto del sole, vedendo il lume della sera, celebriamo il Padre, e il Figlio e lo Spirito Santo Dio…».

40. Si devono quindi tenere in grandissima considerazione le Lodi mattutine e i Vespri come preghiera della comunità cristiana:

la loro celebrazione pubblica e comune sia incoraggiata specialmente presso coloro che fanno vita in comune. Anzi, la loro recita sia raccomandata anche ai singoli fedeli che non possono partecipare alla celebrazione comune.

(Principi e Norme per la Liturgia delle Ore)

2) SC 89a, 100.

3) S. Basilio M., Regulae fusius tractatae, Resp. 37, 3: PG 31, 1014.

4) S. Cipriano, De oratione dominica, 35: PL 4, 561.

5) S. BASILIO M., Regulae…, cit.: PG 31, 1015.

6) Cf Sal 140, 2.

7) Cassiano, De institutione coenob., III, cap. 3: PL 49, 124-125.

8) S. CIPRIANO, De oratione dominica, 35: PL 4, 560.

8 dicembre
Immacolata Concezione

O Donna gloriosa, alta sopra le stelle,
tu nutri al tuo seno il Dio che ti ha creata.
Sei la via della pace, sei la porta regale.
(Inno, Lodi, Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria)

 

La solennità dell’8 dicembre celebra l’Immacolata Concezione di Maria, insieme alla preparazione radicale (cfr. Is 11,1.10) alla venuta del Salvatore, e al felice esordio della Chiesa senza macchia e senza ruga (cfr. Marialis cultus, n. 3).

Nel preparare la Liturgia odierna non si trascuri la rilevanza della figura della Madre di Dio nel tempo d’Avvento. La Vergine Maria viene frequentemente ricordata nelle ferie dal 17 al 24 dicembre e nella domenica che precede il Natale, nella quale risuonano le antiche voci profetiche sulla Vergine Madre e sul Messia, e si leggono episodi evangelici relativi alla nascita imminente del Cristo e del suo Precursore (cfr. Marialis cultus,  n. 3).

“I fedeli, che vivono con la Liturgia lo spirito dell’Avvento, considerando l’ineffabile amore con cui la Vergine Madre attese il Figlio, sono invitati ad assumerla come modello e a prepararsi per andare incontro al Salvatore che viene, vigilanti nella preghiera, esultanti nella sua lode. Vogliamo, inoltre, osservare come la Liturgia dell’Avvento, congiungendo l’attesa messianica e quella del glorioso ritorno di Cristo con l’ammirata memoria della Madre, presenti un felice equilibrio cultuale, che può essere assunto quale norma per impedire ogni tendenza a distaccare – come è accaduto talora in alcune forme di pietà popolare – il culto della Vergine dal suo necessario punto di riferimento, che è Cristo; e faccia sì che questo periodo – come hanno osservato i cultori della Liturgia – debba esser considerato un tempo particolarmente adatto per il culto alla Madre del Signore” (Marialis cultus, n. 4).

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Nell’anno B, la solennità dell’Immacolata Concezione della Vergine offre la medesima pagina evangelica della quarta domenica di Avvento: il racconto dell’Annunciazione secondo Luca.

La prospettiva però è diversa: nell’Immacolata Concezione l’attenzione è posta sul saluto angelico “piena di grazia”, che costituisce il fondamento biblico del dogma mariano; nella domenica prenatalizia, invece, l’accento è posto sull’annuncio della divina Maternità della Vergine.

Si continui a curare l’accoglienza; il programma musicale sia coerente con quello delle domeniche di Avvento.

 

Monizione d’inizio

Oggi celebriamo la Vergine Maria nel mistero della sua Immacolata Concezione.
Vigilanti nella preghiera e operosi nella carità, con Maria, attendiamo il Signore che viene.
Accogliamo la processione d’ingresso con il canto.

 

Atto penitenziale

Potrebbe rivelarsi utile accennare all’esempio di Maria nella monizione all’Atto penitenziale (MR, p. 298). 

All’inizio di questa celebrazione eucaristica, chiediamo la conversione del cuore, fonte di riconciliazione e di comunione con Dio e con i fratelli. L’esempio di Maria Immacolata ci sostenga nella lotta al male e al peccato.  

Signore, che sei venuto nel mondo per salvarci, abbi pietà di noi.
Signore pietà.

Cristo, che continui a visitarci con la grazia del tuo Spirito, abbi pietà di noi.
Cristo pietà.

Signore, che verrai un giorno a giudicare le nostre opere, abbi pietà di noi.
Signore pietà.

 

Gloria

Pur prevedendo il canto del Gloria, è bene che la celebrazione non interrompa il clima sobrio creato per l’Avvento.

 

Preghiera universale

È opportuno ricordare che la liturgia latina non ha mai adottato, neppure in occasioni di feste solenni dei Santi e della Madre di Dio, l’uso di rivolgersi direttamente a loro nelle intenzioni di preghiera. La preghiera liturgica è sempre rivolta al Padre, la Vergine è invocata opportunamente in intercessione.

 

Si propone il formulario per l’Immacolata Concezione della beata Vergine Maria dell’Orazionale per la preghiera dei fedeli (Orazionale per la preghiera dei fedeli, p. 97). Si tenga presente però che “la preghiera dei fedeli si muove tra due poli principali: la parola proclamata che si fa comune preghiera; l’attualità pastorale e sociale che emerge alla coscienza del popolo di Dio. I vari formulari offerti come esempio, facendo eco alla parola di Dio si rendono sì interpreti della condizione esistenziale dell’uomo e della società, ma non possono riflettere le emergenze sempre nuove della cronaca quotidiana. […] Ne deriva la necessità permanente di integrare i testi proposti con l’attenzione a ciò che lo Spirito suggerisce alla sua Chiesa in una determinata situazione storica e ambientale” (Orazionale per la preghiera dei fedeli, Premessa, n. 5, p. 8).

Nella Vergine Madre preservata dal peccato originale Dio ci offre l’immagine dell’umanità nuova, che partecipa in pienezza alla vittoria di Cristo. Per intercessione di Maria immacolata, innalziamo al Padre la nostra preghiera. Preghiamo insieme e diciamo:

R/. Benedici e proteggi i tuoi figli, Signore.

– Perché la Chiesa di Cristo, a imitazione di Maria Vergine e Madre, come Sposa santa e Immacolata, vada incontro al Signore che viene, preghiamo. R/.

– Perché la potenza del Signore tolga dalla nostra vita il peso e la tristezza del peccato e ci faccia gustare la vera libertà dei figli, preghiamo. R/.

– Perché il popolo cristiano riconosca in Maria Immacolata un segno di consolazione e di sicura speranza in mezzo alle prove della vita, preghiamo. R/.

– Perché ogni nuova vita sia accolta e custodita come un valore intangibile e una benedizione di Dio, preghiamo. R/.

– Perché l’Eucarestia che celebriamo sia per tutti noi lievito di purezza e di santità, che ci rinnova nel corpo e nello spirito, preghiamo. R/.

O Signore, che in Maria Immacolata hai fatto risplendere sul mondo l’aurora della salvezza, rendi feconda l’opera della tua Chiesa, perché tutti gli uomini, mediante la remissione dei peccati, siano rigenerati nel tuo amore. Per Cristo nostro Signore.

R/. Amen.

 

Prefazio

Si utilizza il prefazio proprio Maria felice inizio della Chiesa. Esso richiama l’immacolato concepimento e l’inizio della Chiesa senza macchia e senza rughe (MR, p. 632).

 

Prima della Benedizione

Conclusa l’orazione dopo la comunione, è opportuno rivolgere un particolare saluto alla Vergine venerando una sua immagine. Mentre l’assemblea si unisce nel canto di un’antifona mariana, il celebrante può incensare l’immagine o portarsi in sua prossimità.

Riguardo alla presenza delle immagini nelle Chiese e la loro venerazione si ricorda come “secondo un’antichissima tradizione della Chiesa, nei luoghi sacri legittimamente si espongano alla venerazione dei fedeli le immagini del Signore, della beata Vergine e dei santi. Si abbia cura tuttavia che il loro numero non sia eccessivo, e che la loro disposizione non distolga l’attenzione dei fedeli dalla celebrazione. Di un medesimo santo poi non si abbia che una sola immagine. In generale, nell’ornamento e nella disposizione della chiesa, per quanto riguarda le immagini si cerchi di favorire la pietà della comunità” (Commissione Episcopale per la Liturgia, L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica. Nota pastorale, n. 278).

 

Benedizione solenne

Si propone la Benedizione solenne nel tempo di Avvento presente nel libro liturgico Messe della beata Vergine Maria (pp. 222-223).

Discenda su di voi la grazia di Dio Padre,
il cui verbo si è fatto carne
nel grembo della Vergine Maria
per salvare il genere umano.

R. Amen.

Dimori sempre nei vostri cuori
Cristo nostra pace,
che Maria, figlia di Sion,
attese con gioia nella sua prima venuta.

R.  Amen.

Lo Spirito Santo
vi illumini e vi rinnovi,
perché, vigilanti nella preghiera
ed esultanti nella lode
possiate incontrare il Signore
quando verrà nella gloria.

R. Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.

R. Amen.

10 dicembre
II domenica di Avvento

Purifichiamo i nostri cuori,
per camminare nella giustizia incontro al Re:
egli viene, non tarderà.
(3ª Antifona, Ufficio delle letture, Domenica, II Settimana di Avvento)

 

La liturgia della Parola di questa II Domenica di Avvento è centrata sulla figura del Battista, venuto a preparare le vie del Signore. “Viene dopo di me colui che è più forte di me” (Mc 1,7), proclamava il Precursore nel deserto.
Al pari del Battista anche il profeta Isaia annuncia che Dio viene, anzi, Dio ritorna all’uomo affinché l’uomo ritorni a Dio.

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

È bene continuare a curare i diversi linguaggi della celebrazione, verbali e non verbali, mantenendo le scelte di sobrietà della I Domenica di Avvento.
Non venga meno l’accoglienza dei fedeli sulla porta della Chiesa da parte di alcuni animatori liturgici o membri della comunità.

 

Monizione iniziale

In questa II Domenica di Avvento risuona con forza l’invito alla conversione: “Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio” (Is 40,3).
Dio “parla al cuore del suo popolo” (cfr. Colletta, II Domenica di Avvento anno B), perché in attesa vigilante possa accogliere il Signore che viene.

 

Atto penitenziale

L’appello alla conversione del Battista è un invito a curare l’Atto penitenziale.
Da questa domenica si propone di utilizzare la seconda forma dell’Atto penitenziale (MR, p. 296), poiché contiene l’invocazione tipica del tempo di Avvento, Mostraci Signore la tua misericordia e donaci la tua salvezza (Sal 84,8).

 

Monizione all’Atto penitenziale

“Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri” (Mc 1,3).
Chiediamo al Padre il dono della conversione, per accogliere con vera fede il Cristo che viene per la nostra salvezza.

Pietà di noi, Signore.
Contro di te abbiamo peccato.

Mostraci, Signore, la tua misericordia.
E donaci la tua salvezza.

Dio onnipotente abbia misericordia di noi,
perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

 

Colletta

Se lo si ritiene opportuno, per il bene spirituale dell’assemblea, è possibile utilizzare la Colletta alternativa ispirata al Vangelo della II Domenica di Avvento anno B.

O Dio, Padre di ogni consolazione,
che agli uomini pellegrini nel tempo
hai promesso terra e cieli nuovi,
parla oggi al cuore del tuo popolo,
perché in purezza di fede e santità di vita
possa camminare verso il giorno
in cui manifesterai pienamente
la gloria del tuo nome.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. (MR, 963)

 

Prefazio

Per la consonanza con la liturgia della Parola si propone di utilizzare il Prefazio dell’Avvento I/A.

 

Acclamazioni

Si suggerisce di continuare a cantare quelle acclamazioni che hanno un’intonazione escatologica: “Annunciamo la tua morte…”, all’anamnesi della preghiera eucaristica,  “Tuo è il regno…”, al termine dell’embolismo della Preghiera del Signore.

 

Benedizione solenne

Anche in questa domenica è bene concludere con la Benedizione solenne (cfr. MR, pag. 428-429). In alternativa si propone la seguente preghiera di benedizione sul popolo (MR, pag. 448, n. 10):

Benedici, Signore, il tuo popolo
che attende i doni della tua misericordia,
e porta a compimento i desideri di bene
che tu stesso gli hai ispirato.
Per Cristo nostro Signore.

 

 

31 dicembre
Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Giuseppe, figlio di Davide, non temere,
           prendi con te Maria, tua sposa:
           il figlio che ha concepito
           è frutto dello Spirito Santo.
(2ª Ant., Lodi, Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe)

 

La festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe celebra “il santo nucleo familiare nel quale «Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,52)” (Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, n. 107)

Nella Famiglia di Nazaret Dio Padre ha donato un modello di vita (Colletta). “Come i magi, le famiglie sono invitate a contemplare il Bambino e la Madre, a prostrarsi e ad adorarlo (cfr. Mt 2,11). Come Maria, sono esortate a vivere con coraggio e serenità le loro sfide familiari, tristi ed entusiasmanti, e a custodire e meditare nel cuore le meraviglie di Dio (cfr. Lc 2,19.51)” (Amoris laetitia, n. 30).

È opportuno che tutta la famiglia partecipi alla medesima Eucarestia, nella quale, come suggerito dal Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia, possono aver luogo i seguenti riti:

– l’affidamento della famiglia alla santa Famiglia di Nazaret;
– la Benedizione dei figli;
– il rinnovo degli impegni assunti dagli sposi nel giorno del Matrimonio.

È bene scegliere di inserire solamente uno di questi riti, seguendo le indicazioni dei libri liturgici stessi (Messale, Benedizionale, Rito del Matrimonio), per non appesantire o sbilanciare la Celebrazione Eucaristica. Fuori della Messa è possibile celebrare il Rito di Benedizione dei fidanzati.[1]

È bene sottolineare come la Festa della Santa Famiglia ricorra nei giorni dell’Ottava del Natale; è opportuno, quindi, che i canti, l’omelia, l’addobbo floreale, l’uso delle luci, riconducano al mistero del Natale.

In questo giorno ricorre anche la fine dell’anno civile che “induce i fedeli a riflettere sul mistero del tempo che corre veloce e inesorabile”. Non si trascurino i pii esercizi legati a questo giorno: l’esposizione prolungata del Santissimo Sacramento; il canto del Te Deum; la veglia di preghiera che si conclude con la Celebrazione Eucaristica (cfr. Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, n. 114).

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA 

Monizione

Celebriamo oggi la Festa della Santa Famiglia; il Verbo di Dio si è incarnato in una famiglia umana, stabilendo così la sua dimora in ogni famiglia.
Essa è per la società civile la cellula primaria e vitale, e per la Chiesa il santuario domestico che ha nel Sacramento del Matrimonio il suo statuto nuovo e una continua fonte di grazia.
L’esempio della famiglia di Nazaret sia modello di vita per ogni famiglia, sostenendola nelle difficoltà e nelle vicissitudini della vita.

È bene che alcune delle intenzioni proposte siano adattate alle particolari necessità della comunità.

Preghiera dei fedeli [2]
Uniti con la Famiglia di Nazaret,
modello e immagine dell’umanità nuova,
innalziamo al Padre la nostra preghiera,
perché tutte le famiglie diventino luogo di crescita
in sapienza e grazia.

R. Rinnova le nostre famiglie, Signore.

Per la santa Chiesa di Dio,
perché esprima al suo interno
e nei rapporti con il mondo
il volto di una vera famiglia,
che sa amare, donare, perdonare, preghiamo. R.

Per la famiglia, piccola Chiesa,
perché ispiri ai vicini e ai lontani
la fiducia nella Provvidenza,
che aiuta ad accogliere e a promuovere
il dono della vita, preghiamo. R.

Per i genitori e i figli,
perché nell’intesa profonda e nello scambio reciproco
sappiano costruire un’autentica comunità domestica,
che cresce nella fede e nell’amore, preghiamo. R.

Per i fidanzati,
perché nella realtà unica e irripetibile del loro amore,
sentano la presenza di Dio Padre,
che li ha fatti incontrare
e li guiderà in ogni momento della vita, preghiamo. R.

Per le famiglie nuove,
perché possano avere una casa, lieta e accogliente,
in cui non manchi la salute, la serenità
la capacità di diffondere il messaggio
di speranza e di pace, preghiamo. R.

 

Preghiera di benedizione delle famiglie [3]

Si può dire a conclusione della preghiera dei fedeli:

Noi ti lodiamo e ti benediciamo, o Padre,
dal quale proviene ogni paternità
in cielo e in terra.

Fa’ che mediante il tuo Figlio Gesù Cristo,
nato da Donna per opera dello Spirito Santo,
ogni famiglia diventi un vero santuario
della vita e dell’amore
per le generazioni che sempre si rinnovano.

Fa’ che il tuo Spirito
orienti i pensieri e le opere dei coniugi
al bene della loro famiglia
e di tutte le famiglie del mondo.

Fa’ che i figli trovino nella comunità domestica
un forte sostegno per la loro crescita
umana e cristiana.

Fa’ che l’amore,
consacrato dal vincolo del matrimonio,
si dimostri più forte di ogni debolezza e di ogni crisi.

Concedi alla tua Chiesa
di compiere la sua missione
per la famiglia e con la famiglia
in tutte le nazioni della terra.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

 

Presentazione dei doni
La processione dei doni può essere affidata a una o più famiglie.

 

 

[1] “La festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Domenica fra l’ottava del Natale) offre un ambito celebrativo adatto per lo svolgimento di alcuni riti o momenti di preghiera propri della famiglia cristiana.
Il ricordo di Giuseppe, di Maria e del fanciullo Gesù che si recano a Gerusalemme, come ogni osservante famiglia ebrea, per compiere i riti della Pasqua (cf. Lc 2,41-42), incoraggerà l’accoglimento della proposta pastorale che, in quel giorno, tutta la famiglia riunita partecipi alla celebrazione dell’Eucaristia. E saranno pure significativi, in tale festività, la rinnovazione dell’affidamento della compagine familiare al patrocinio della santa Famiglia di Nazaret, la benedizione dei figli, prevista nel Rituale, e, ove se ne dia l’occasione, il rinnovo degli impegni assunti dagli sposi, ora genitori, nel giorno del Matrimonio, nonché lo scambio delle promesse sponsali con cui i fidanzati formalizzano il progetto di costituire una nuova famiglia” (Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, n. 112).

[2] Benedizionale, nn. 432-433

[3] Benedizionale, n. 433.

25 dicembre
Natale del Signore

 Oggi Cristo è nato,
è apparso il Salvatore;
oggi sulla terra cantano gli angeli,
si allietano gli arcangeli;
oggi esultano i giusti, acclamando:
Gloria a Dio nell’alto dei cieli, alleluia.
(Ant. al Magnificat, II Vespri, Natale del Signore)

 

Il tempo di Natale inizia con i primi Vespri del Natale del Signore e termina con la domenica dopo l’Epifania. In esso la “Chiesa celebra il mistero della manifestazione del Signore: la sua umile nascita a Betlemme, annunciata ai pastori, primizia dell’Israele che accoglie il Salvatore; l’epifania ai Magi, «giunti da Oriente» (Mt 2, 1), primizia dei gentili, che nel neonato Gesù riconoscono e adorano il Cristo Messia; la teofania presso il fiume Giordano, in cui Gesù è proclamato dal Padre «figlio prediletto» (Mt 3, 17) e inaugura pubblicamente il suo ministero messianico; il segno compiuto a Cana con il quale Gesù «manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui» (Gv 2, 11)” (Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, n. 106).

La celebrazione del Natale, nei suoi quattro formulari per l’Eucarestia e nei testi della Liturgia delle Ore, offre un percorso graduale di introduzione al mistero.
“Dopo l’annuale rievocazione del mistero pasquale, la Chiesa non ha nulla di più sacro della celebrazione del Natale del Signore e delle sue prime manifestazioni” (Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario, n. 21). È quindi opportuno adottare un chiaro, semplice e costante programma rituale, che aiuti a leggere l’inizio di un Tempo liturgico diverso: si presti perciò attenzione alla decorazione floreale, all’uso delle luci, al programma musicale.

 

La MESSA VESPERTINA DELLA VIGILIA

L’orizzonte di questa celebrazione è l’attesa di Israele e dell’umanità; così canta l’Antifona di Comunione:
Domani si rivelerà la gloria del Signore,
e ogni uomo vedrà
la salvezza del nostro Dio (Cfr. Is 40,5).

 

La MESSA DELLA NOTTE

Il centro di questa celebrazione è l’evento della nascita del Salvatore, in un tempo preciso e in un luogo determinato. 

È bene preparare la Messa della notte con la celebrazione comunitaria dell’Ufficio delle Letture o con una veglia più vicina alla pietà popolare con canti e letture.

Preparano la celebrazione eucaristica della notte anche l’esecuzione di canti natalizi, lo svolgersi di Presepi viventi, l’inaugurazione del Presepe domestico o dell’albero di Natale, la cena natalizia. Le tradizioni domestiche possono dar luogo a momenti di preghiera che coinvolgono tutta la famiglia, in modo particolare i bambini, protagonisti di questo incontro familiare (Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, n. 109).

Quando la Messa della notte è preceduta dall’Ufficio delle letture, al termine della lettura patristica, omesso il Te Deum, è possibile utilizzare il canto dell’Annuncio della nascita del Signore (Kalenda, cfr. Martirologio Romano, pp. 995-996)[1]. Analogamente, lo si può collocare al termine della veglia, qualora si decidesse di preparare con questa la Celebrazione Eucaristica della notte.

Si può valorizzare l’Annuncio della nascita del Signore anche nella Messa, collocandolo nei riti d’introduzione prima del canto del Gloria. In questo caso viene omesso l’atto penitenziale.

 

Monizione d’inizio
In questa santa notte la Chiesa celebra l’inizio della Salvezza. Gli angeli cantano: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (Lc 2, 14).
Cristo è la nostra pace; la sua venuta trasfigura i cuori, illumina le menti, perché alla violenza, all’odio, alla guerra subentri l’amore fraterno.

 

Annuncio della nascita
Viene proclamato da un cantore o dal celebrante.
Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo,
quando in principio Dio creò il cielo e la terra e plasmò l’uomo a sua immagine;
e molti secoli da quando, dopo il diluvio,
l’Altissimo aveva fatto risplendere tra le nubi l’arcobaleno, segno dell’alleanza e di pace;
ventuno secoli dopo che Abramo, nostro Padre nella fede, migrò dalla terra di Ur dei Caldei;
tredici secoli dopo l’uscita del popolo d’Israele dall’Egitto sotto la guida di Mosè,
circa mille anni dopo l’unzione regale di Davide;
nella sessantacinquesima settimana secondo la profezia di Daniele,
all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade;
nell’anno settecentocinquantadue dalla fondazione di Roma;
nel quarantunesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto,
mentre su tutta la terra regnava la pace,
Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre,
volendo santificare il mondo con la sua prima venuta,
concepito per opera dello Spirito Santo, trascorsi nove mesi,
nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, fatto uomo:
Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la carne.

 

Gloria
Nella Messa della notte, e in tutto il Tempo di Natale, è opportuno dare una particolare attenzione al canto del Gloria, «inno antichissimo e venerabile con il quale la Chiesa, radunata nello Spirito Santo, glorifica e supplica Dio Padre e l’Agnello» (OGMR, n. 53).

Se il luogo in cui si è preparato il Presepio è adatto, si potrebbe svelare o disporre durante il canto del Gloria la statua del Bambino, perché sia venerata dopo la Messa dai fedeli. Qui si potrebbe anche porre aperto l’Evangeliario dopo la proclamazione del Vangelo.
Il ministro che compie il gesto può incensare l’immagine in segno di particolare venerazione.
Se il Presepe non è stato preparato o non si trova in uno spazio valorizzabile, si può prevedere un luogo in cui porre la statua del Bambino e l’Evangeliario, che non sia ai piedi dell’altare.
Non si trascuri l’uso di suonare le campane al canto del Gloria, anche qualora sia notte fonda.

 

Credo
Non si tralasci di genuflettere durante la proclamazione del Credo, alle parole “E per opera dello Spirito Santo… e si è fatto uomo”, in segno di venerazione per la centralità del mistero dell’Incarnazione (OGMR, n. 234b).

Preghiera universale
È bene che la preghiera dei fedeli assuma, attraverso le intenzioni proposte, un carattere veramente universale.

Il Figlio della Vergine Madre, nato a Betlem,
è l’Emmanuele, il Dio con noi.
Esultanti nella fede
in questa notte santissima,
ci uniamo a tutti coloro che credono
e sperano nella salvezza operata dal Signore.

Preghiamo insieme e diciamo:
R. Gesù, vero Dio e vero uomo, ascoltaci.

Intenzioni di preghiera

Signore Gesù, che vieni a condividere
le nostre fatiche e le nostre speranze,
infondi nel cuore di ogni uomo
la certezza che questa è la vita eterna:
conoscere il Padre che ti ha mandato
e accogliere te nostro Salvatore.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Amen.

Presentazione dei doni
Nella presentazione dei doni è opportuno che i fedeli vi partecipino con l’offerta del pane e del vino e di quanto raccolto durante il tempo di Avvento per i poveri (OGMR, nn. 140. 73).

Scambio della pace
La pace è uno dei valori insiti nel mistero del Natale (cfr. Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, n. 108); “Oggi la vera Pace è scesa a noi dal cielo”: così prega l’antifona d’ingresso. È bene quindi prestare attenzione allo scambio della pace. Questo non significa che sia necessario aggiungere ulteriori elementi (es. canto). Lo scambio di pace esprime da solo la gioia di coloro che hanno creduto nella venuta del Signore: “Il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Potrebbe rivelarsi utile evidenziare in un incontro di formazione liturgica precedente, il senso più vero e profondo di questo gesto.

Benedizione solenne
È bene concludere con la Benedizione solenne (MR, p. 429).

Bacio del “Bambinello”
“Al termine della celebrazione potrà aver luogo il bacio dei fedeli all’immagine del Bambino Gesù e la collocazione di essa nel Presepio allestito in chiesa o nelle adiacenze” (Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, n. 111).

 

La MESSA DELL’AURORA

La Liturgia della Parola, in modo particolare il Vangelo, si sofferma sulla figura dei Pastori, che accolto l’annuncio dell’Angelo, andarono fino a Betlemme, e “trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino, adagiato nella mangiatoia” (Lc 2,16).

 

La MESSA DEL GIORNO

In essa è centrale l’idea dell’admirabile commercium, cioè del mirabile scambio tra la divinità e l’umanità. Sant’Atanasio di Alessandria afferma: “Il Figlio di Dio si è fatto uomo per farci Dio” (De Incarnatione, 54, 3: PG 25, 192), ma è soprattutto con san Leone Magno e le sue celebri Omelie sul Natale che questa realtà diventa oggetto di profonda meditazione. Afferma, infatti, il santo Pontefice: “Se noi ci appelliamo alla inesprimibile condiscendenza della divina misericordia che ha indotto il Creatore degli uomini a farsi uomo, essa ci eleverà alla natura di Colui che noi adoriamo nella nostra” (Sermone 8 sul Natale: CCL 138,139) (Benedetto XVI, Udienza Generale, 4 gennaio 2012).

Per la celebrazione, non si trascurino tutte le attenzioni già sottolineate per la Messa della notte.

 

 

[1] Questo testo del Martirologio romano esprime molto bene il carattere storico e insieme pasquale del Natale.

24 dicembre
IV domenica di Avvento

Tu, Betlemme,
           non sei l’ultima borgata di Giudea;
           da te uscirà un capo,
           il pastore d’Israele mio popolo.
(1ª Antifona, Lodi, Domenica, IV Settimana di Avvento)

 

Nella IV Domenica di Avvento risuonano le antiche voci profetiche sulla Vergine Maria e sul Messia e si leggono gli episodi evangelici relativi alla nascita imminente del Cristo e del suo Precursore (Cfr. Marialis cultus, n. 3). La liturgia della Parola, infatti, ci mostra in un attento parallelo la profezia circa la nascita del Messia e il suo compimento. Gesù è il Figlio di Dio, fatto uomo per opera dello Spirito Santo nel grembo della Vergine Maria, discendente di Davide, Messia, annunciatore del Regno di Dio, Salvatore.

Nell’approssimarsi del suo Natale, che quest’anno è strettamente legato alla celebrazione di questa IV Domenica d’Avvento, ci viene riproposta la verità sull’identità di Gesù e sono anticipati i motivi della nostra gioia.

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Accoglienza

Coloro che accolgono i fedeli alla porta della chiesa raccomandino il silenzio per una più proficua preparazione alla celebrazione: il sacro silenzio, infatti, non rappresenta una pausa fine a se stessa ma è parte integrante della celebrazione.

 

Monizione d’inizio

Quest’ultima domenica di Avvento costituisce, nell’intenzione liturgica, una sorta di “vigilia”, che quest’anno assume una connotazione tutta speciale, proprio perché oggi è il giorno vigilia del Natale. Con Maria attendiamo la venuta del Salvatore; come la Vergine è chiamata a divenire la Madre del Redentore, così anche noi siamo invitati ad accogliere il misterioso operare dello Spirito nel grembo delle nostre vite.

 

Colletta

Se lo si ritiene opportuno, per il bene spirituale dell’assemblea, è possibile utilizzare la Colletta alternativa ispirata al Vangelo della IV Domenica di Avvento anno B.

Dio grande e misericordioso,
che tra gli umili scegli i tuoi servi
per portare a compimento il disegno di salvezza,
concedi alla tua Chiesa la fecondità dello Spirito,
perché sull’esempio di Maria
accolga il Verbo della vita
e si rallegri come madre
di una stirpe santa e incorruttibile.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
(MR, p. 965)

 

Preghiera universale

Ad ogni invocazione l’assemblea potrebbe pregare per qualche istante in silenzio[1].

Uniti nell’Attesa del Natale,
con la Vergine, invochiamo Dio Padre
perché la venuta del Salvatore porti giustizia, bontà e pace.

si omette l’invito: Preghiamo

Raccogli nell’unità la tua Chiesa,
custodisci il nostro Papa Francesco,
sostieni i vescovi, i presbiteri e i diaconi.

silenzio

Illumina i legislatori e i governanti,
custodisci i popoli nella pace,
estingui l’odio e il rancore.

silenzio

Ridona la patria agli esuli,
provvedi ai poveri,
veglia sui giovani.

silenzio

Sostienici nell’attesa vigilante del Signore,
abbi pietà del cristiano che dubita;
aiuta l’incredulo che vorrebbe credere.

silenzio

Accogli, o Padre, le nostre suppliche
per l’intercessione di Maria
e di tutti coloro che ci hanno preceduto nell’attesa della salvezza;
donaci di riconoscere i segni
della continua venuta di Cristo.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen.

 

Prefazio

È bene utilizzare il Prefazio dell’Avvento II/A per il riferimento a Maria nella storia della salvezza.

 

Benedizione

Anche in questa domenica è bene concludere con la Benedizione solenne (cfr. MR, pp. 428-429). In alternativa si propone la seguente preghiere di benedizione sul popolo (cfr. MR, p. 447, n. 8):

Mostraci la tua continua benevolenza, Signore,
e assisti il tuo popolo
che ti riconosce suo pastore e guida;
rinnova l’opera della tua creazione
e custodisci ciò che hai rinnovato.
Per Cristo nostro Signore.

 

 

[1] “[…] Il popolo invece, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio”: OGMR, n. 71.

17 dicembre
III domenica di Avvento

GAUDETE

 Rallegrati, esulta, santa città di Dio:
a te viene il tuo Re.
Non temere:
la tua salvezza è vicina.
(2ª Antifona, Ufficio delle letture, Domenica, III Settimana di Avvento)

 

Il tema della gioia si innesta, in questa III Domenica di Avvento, su tre messaggi complementari che la liturgia della Parola ci offre. Il Battista annuncia che il Messia viene tra noi come uno sconosciuto (cfr. Gv 1,26); il profeta Isaia lo presenta come Messia dei poveri; Paolo invita il cristiano a gioire per la venuta del Messia e ad andargli incontro. Il credente è nella gioia perché la venuta del Signore è ormai prossima, la salvezza è vicina.

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Si raccomanda l’uso della casula di colore rosaceo, che, attenuando il colore viola, indica che siamo oltre la metà del cammino di Avvento e ormai prossimi al Natale[1].

 

Monizione iniziale

In questa III Domenica di Avvento l’annuncio dell’approssimarsi della venuta del Signore diventa invito alla gioia. Il colore rosa delle vesti liturgiche indica che siamo avanti nel cammino e che il Natale è ormai prossimo.

Accogliamo con il canto la processione d’ingresso.

Si propone la seguente formula per il saluto del sacerdote:

Il Dio della speranza,
che ci riempie di ogni gioia
e pace nella fede
per la potenza dello Spirito Santo,
sia con tuti voi.

 

Colletta

Se lo si ritiene opportuno, per il bene spirituale dell’assemblea, è possibile utilizzare la Colletta alternativa ispirata al Vangelo della III Domenica di Avvento anno B.

O Dio, Padre degli umili e dei poveri,
che chiami tutti gli uomini
a condividere la pace e la gioia del tuo regno,
mostraci la tua benevolenza
e donaci un cuore puro e generoso,
per preparare la via al Salvatore che viene.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
(MR, 964)

 

Prefazio

Si propone di utilizzare il Prefazio dell’Avvento II.

 

Acclamazioni

Si suggerisce di cantare, oltre quelle acclamazioni che hanno un’intonazione escatologica, anche l’Amen al termine della dossologia della preghiera eucaristica.

 

Rito della pace

Connesso al tema della gioia e della presenza del Signore, è lo scambio della pace.
“«Vi lascio la pace, vi do la mia pace», sono le parole con le quali Gesù promette ai suoi discepoli riuniti nel cenacolo, prima di affrontare la passione, il dono della pace, per infondere in loro la gioiosa certezza della sua permanente presenza. Dopo la sua risurrezione, il Signore attua la sua promessa presentandosi in mezzo a loro nel luogo dove si trovavano per timore dei Giudei, dicendo: «Pace a voi!»” (Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, Lettera circolare l’espressione rituale del dono della pace nella Messa).
Per valorizzare il gesto della pace non è necessario comporre una nuova monizione o accompagnarlo con ulteriori aggiunte (es. un canto). Lo scambio della pace per sua natura manifesta la gioia di coloro che credono nella presenza del Signore. Potrebbe rivelarsi utile evidenziare nell’omelia, o in un incontro di formazione liturgica, il senso più vero e profondo di questo gesto.

 

Benedizione solenne

Prima della benedizione è opportuno offrire il quadro preciso degli orari delle celebrazioni natalizie (i ministri dell’accoglienza, all’uscita, potrebbero dare ai fedeli un piccolo promemoria degli orari delle celebrazioni).

In alcune parrocchie è d’uso anche rivolgere una lettera o un messaggio a tutta la comunità in occasione del Natale. Tutto questo si armonizza e completa la celebrazione portandone lo spirito nella quotidianità e nella vita delle comunità.
Sarà anche l’occasione di richiamare il valore di alcune usanze locali (benedizione delle famiglie, costruzione e preghiera attorno al presepio).
Si cerchi, infine, di prevedere una o più Celebrazioni Penitenziali comunitarie, in prossimità delle celebrazioni natalizie, che permettano ai fedeli di accedere con maggiore facilità al Sacramento della Riconciliazione.
Anche in questa domenica è bene concludere con la Benedizione solenne (cfr. MR, pp. 428-429). In alternativa si propone la seguente preghiera di benedizione sul popolo (MR, p. 448, n. 14):

Si allieti oggi e sempre, Signore, la tua famiglia
radunata per la celebrazione dei santi misteri,
e perseverando nel bene
ottenga i benefici della tua redenzione.
Per Cristo nostro Signore.

 

Congedo

Si propone di terminare con la seguente formula di congedo, che richiami il tema della gioia (MR, p. 425):

La gioia del Signore sia la nostra forza. Andate in pace.

 

[1] “La differenza dei colori nelle vesti sacre ha lo scopo di esprimere, anche con mezzi esterni, la caratteristica particolare dei misteri della fede che vengono celebrati, e il senso della vita cristiana in cammino lungo il corso dell’anno liturgico”: OGMR, n. 345.

7 gennaio
Battesimo del Signore

Nel Battesimo di Cristo
il mondo è santificato,
i peccati sono perdonati:
nell’acqua e nello Spirito
diventiamo nuove creature
(Ant. al Benedictus, Lodi, Battesimo del Signore)

 

Nella domenica dopo il 6 gennaio si celebra la festa del Battesimo del Signore (Ordinamento dell’anno liturgico e del calendario, n. 38), con la quale si chiude il Tempo natalizio.
Nella Notte Santa l’annuncio è stato dato dall’angelo, oggi viene dato dal Padre stesso che manifesta Gesù come il «Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (Mt 3,17). Anche noi, in forza del Battesimo e della Cresima siamo costituiti come figli adottivi e abbiamo la certezza che Dio è sempre al nostro fianco per sostenerci nella missione affidataci.
Continuazione del mistero del Natale e dell’Epifania, media il passaggio al tempo ordinario[1], che, prima di proporre la lettura semicontinua del Vangelo di Marco, nella II domenica, offre una pericope evangelica sulla manifestazione del Signore (Gv 1,29-34)[2].

Il Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia suggerisce di fare memoria del Battesimo ricevuto: “[…] affinché i fedeli siano sensibili a tutto ciò che riguarda il Battesimo e la memoria della loro nascita come figli di Dio, la festa del Battesimo del Signore, può costituire un momento opportuno per efficaci iniziative, quali: l’adozione del Rito dell’aspersione domenicale con l’acqua benedetta in tutte le Messe che si celebrano con concorso di popolo; la concentrazione della predicazione omiletica e della catechesi sui temi e sui simboli battesimali” (Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, n. 119).

Se possibile, la benedizione dell’acqua prima dell’aspersione dell’assemblea, si tenga al fonte battesimale.

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Monizione d’inizio
Con la festa del Battesimo del Signore si conclude il Tempo di Natale. Al Giordano lo Spirito Santo scende su Gesù per rivelare che è il Figlio Unigenito del Padre, l’amato. Con il rito della benedizione e dell’aspersione dell’acqua vogliamo fare memoria del Battesimo ricevuto, nel quale siamo divenuti figli di Dio, fratelli del Signore, membri della Chiesa.

Accogliamo con il canto la processione d’ingresso.

 

Benedizione e aspersione dell’acqua
Se non si celebrano Battesimi durante la Messa, dopo il saluto del celebrante e al posto dei riti penitenziali si compia la preghiera di benedizione e l’aspersione dell’assemblea con l’acqua benedetta (MR, p. 1031 e ss). Si consiglia di benedire l’acqua durante questa celebrazione.

Dopo il saluto iniziale, il sacerdote rimane in piedi alla sede, oppure nei pressi del fonte, rivolto al popolo; dinanzi a lui, il recipiente dell’acqua da benedire. Il sacerdote invita il popolo alla preghiera con queste parole o altre simili:

C. Fratelli e sorelle, in questa domenica commemoriamo il Battesimo del Signore. Suoi discepoli, anche a noi è aperta la strada per la salvezza. Ricevendo quest’acqua, facendo su di noi il segno della croce, accogliamo il rinnovamento interiore, fedeli allo Spirito che ci è stato dato in dono.

Preghiamo ora umilmente Dio nostro Padre, perché benedica quest’acqua con la quale saremo aspersi.

Breve pausa di silenzio.

C. Dio Onnipotente,
ascolta le preghiere del tuo popolo,
che nel ricordo dell’opera ammirabile della nostra creazione,
e di quella ancor più ammirabile della nostra salvezza a te si rivolge.
Degnati di benedire + quest’acqua,
che hai creato perché dia fertilità alla terra,
freschezza e sollievo ai nostri corpi.
Di questo dono della Creazione
hai fatto un segno della tua bontà:
attraverso l’acqua del Mar Rosso
hai liberato il tuo popolo dalla schiavitù;
nel deserto hai fatto scaturire una sorgente
per saziare la sua sete;
con l’immagine dell’acqua viva
i profeti hanno preannunziato la nuova alleanza
che tu intendevi offrire agli uomini;
infine nell’acqua del Giordano,
santificata dal Cristo,
hai inaugurato il sacramento della rinascita,
che segna l’inizio dell’umanità nuova
libera dalla corruzione del peccato.
Ravviva in noi, Signore,
nel segno di quest’acqua benedetta,
il ricordo del nostro Battesimo,
perché possiamo unirci all’assemblea gioiosa di tutti i fratelli,
battezzati nella Pasqua di Cristo nostro Signore.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

T. Amen.

Il sacerdote prende l’aspersorio e asperge se stesso e i ministri, poi il clero e il popolo, passando, se lo ritiene opportuno, attraverso la navata della chiesa. Intanto si esegue un canto adatto. Quindi il sacerdote torna alla sede. Terminato il canto, rivolto al popolo, dice a mani giunte:

C. Dio Onnipotente ci purifichi dai peccati,
e per questa celebrazione dell’Eucaristia
ci renda degni di partecipare alla mensa del suo regno,
in Cristo Gesù nostro Signore.

R. Amen.

 

Professione di fede
Al posto della recita del Credo si propone il Rinnovo delle promesse battesimali (cfr. MR, pp. 180-181).

Fratelli carissimi, per mezzo del Battesimo siamo divenuti partecipi del mistero pasquale del Cristo, siamo stati sepolti insieme con lui nella morte, per risorgere con lui a vita nuova.
Ora, rinnoviamo le promesse del nostro Battesimo, con le quali ci siamo impegnati a servire fedelmente Dio nella santa Chiesa.

Credete in Dio,
Padre Onnipotente,
Creatore del cielo e della terra?
Credo.

Credete in Gesù Cristo,
suo unico Figlio, nostro Signore,
che nacque da Maria Vergine,
morì e fu sepolto,
è risuscitato dai morti
e siede alla destra del Padre?
Credo.

Credete nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne e la vita eterna?
Credo.

Il sacerdote conclude

Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatto rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo, ci custodisca con la sua grazia in Cristo Gesù nostro Signore, per la vita eterna.

Amen.

Segue la Preghiera universale.

 

 

 

[1] “1. La domenica in cui si celebra la festa del Battesimo del Signore tiene luogo nella I domenica del Tempo Ordinario; pertanto le letture della I settimana cominciano il lunedì dopo la domenica che segue il 6 gennaio”: OLM, n. 104.

[2] “Nella II domenica del Tempo Ordinario il Vangelo si riferisce ancora alla manifestazione del Signore, celebrata nella solennità dell’Epifania: tale riferimento è sottolineato dalla pericope tradizionale delle nozze di Cana e da altre due pericopi, tratte esse pure dal Vangelo di Giovanni. Dalla III domenica comincia la lettura semicontinua dei Vangeli sinottici; questa lettura segue il successivo svolgersi della vita e della predicazione del Signore, secondo l’orientamento dottrinale proprio di ogni Vangelo.
Con una distribuzione così concepita si ottiene anche una certa armonia tra l’impostazione di ciascun Vangelo e lo svolgimento dell’anno liturgico. Infatti dopo l’Epifania si leggono gli inizi della predicazione del Signore, che si collegano assai bene con il Battesimo e con le prime manifestazioni di Cristo”: OLM, n. 105.

 

6 gennaio
Epifania del Signore

Oggi la Chiesa,
lavata dalla colpa nel fiume Giordano,
si unisce a Cristo, suo Sposo,
accorrono i Magi con doni alle nozze regali
e l’acqua cambiata in vino rallegra la mensa, alleluia.
(Ant. al Benedictus, Lodi, Epifania del Signore)

 

L’Epifania celebra la manifestazione del Figlio di Dio a tutti i popoli e la chiamata universale alla salvezza in Cristo. Nei testi della celebrazione eucaristica l’oggetto principale è l’adorazione dei Magi, ma la Liturgia delle Ore fa memoria delle altre manifestazioni del Signore: “Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i Magi al Presepio, oggi l’acqua è cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza, alleluia” (Ant. al Magnificat, Epifania del Signore, II Vespri)

 

Ritroviamo, come nella Liturgia del Natale del Signore, il tema della luce: “Oggi, in Cristo luce del mondo tu hai rivelato ai popoli il mistero di salvezza”, preghiamo nel Prefazio dell’Epifania; “I Magi vanno a Betlem e la stella li guida: nella luce amica cercan la vera luce”, nell’Inno dei Primi Vespri; “La tua luce, o Dio, ci accompagni sempre e in ogni luogo”, nell’orazione dopo la Comunione. È Cristo la luce del mondo, in lui Dio rivela il suo volto all’umanità.

 

Se nella solennità natalizia, celebriamo la Nascita nella carne del Dio fatto uomo, nell’Epifania ricordiamo come questo mistero di salvezza giunga alla Chiesa e per mezzo di essa, a ogni uomo. “Scorgiamo un legame tra l’Epifania e la Pentecoste: se il Natale di Cristo, che è il Capo, è anche il Natale della Chiesa, suo corpo, noi vediamo nei Magi i popoli che si aggregano al resto d’Israele, preannunciando il grande segno della “Chiesa poliglotta”, attuato dallo Spirito Santo cinquanta giorni dopo la Pasqua” (Benedetto XVI, Omelia per l’Epifania 2008).

Nella Solennità dell’Epifania si celebra la Giornata dell’Infanzia missionaria: a questa è opportuno dedicare almeno un’intenzione nella preghiera universale.

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

La celebrazione dovrebbe caratterizzarsi per la solennità e la bellezza.

È bene valorizzare l’uso dell’incenso che nella Liturgia cristiana esprime “riverenza e preghiera” (OGMR, n. 276). Le incensazioni non sono azioni “complementari, opzionali” (non è questo il senso dell’espressione ad libitum, cfr. OGMR, n. 276), ma sono affidate al giudizio di chi prepara la Liturgia.

Sono previste per la processione d’ingresso; all’inizio della Messa per incensare la croce e l’altare; alla processione e alla proclamazione del Vangelo; quando sono stati posti sull’altare il pane e il calice; per incensare le offerte, la croce e l’altare, il sacerdote e il popolo; alla presentazione dell’ostia e del calice dopo la consacrazione.

Insieme all’incenso è opportuno prestare attenzione all’uso dei ceri. Portarli in processione, accenderli sull’altare o presso le immagini venerate è un gesto sacramentale che richiama il cero pasquale, segno di Cristo risorto, luce vera del mondo.

 

Proposta di Monizione

Oggi celebriamo la manifestazione del Figlio di Dio a tutte le genti.
La stella che guida i Magi è segno della gloria, che si posa là dove Cristo è presente ed è adorato.
La gloria di Dio, che nella profezia avvolge Gerusalemme come in una nube, ora avvolge la grotta dove giace il Bambino con la Madre.
Accogliamo con il canto il celebrante.

 

Annunzio del giorno di Pasqua

L’Epifania è la prima delle manifestazioni del Signore; la Pasqua è la realizzazione piena dell’Epifania di Dio. Proprio per aiutare i fedeli “a scoprire il collegamento tra l’Epifania e la Pasqua e l’orientamento di tutte le feste verso la massima solennità cristiana” (Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, n. 118) è stata offerta nuovamente la possibilità di dare l’annunzio del giorno della Pasqua e delle principali feste dell’anno nella Celebrazione Eucaristica dell’Epifania (Messale Romano, pag. 1047).

Dopo la lettura del Vangelo, il diacono o il sacerdote, o anche un cantore, può dare l’annunzio del giorno della Pasqua.

Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata
e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno.
Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza.
Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto,
che culminerà nella domenica di Pasqua il 1° aprile 2018.
In ogni domenica, Pasqua della settimana,
la santa Chiesa rende presente questo grande evento
nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.

Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi:
Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 14 febbraio 2018.
L’Ascensione del Signore, il 13 maggio 2018.
La Pentecoste, il 20 maggio 2018.
La prima domenica di Avvento, il 2 dicembre 2018.

Anche nelle feste della santa Madre di Dio,
degli Apostoli, dei Santi e nella commemorazione dei fedeli defunti,
la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore.

A Cristo che era, che è e che viene,
Signore del tempo e della storia,
lode perenne nei secoli dei secoli.

Amen.

 

Presentazione dei doni

È bene che le offerte in denaro raccolte vadano a finanziare le missioni legate all’“Opera missionaria della Santa Infanzia” (Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, n. 118).

 

Benedizione

Non si trascuri la benedizione solenne.
Al termine della celebrazione si può onorare l’immagine del Bambino Gesù con un bacio prima di riporlo. Un canto tradizionale natalizio può accompagnare questo gesto.

1 gennaio
Maria SS. Madre di Dio

Meraviglioso mistero!
Oggi tutto si rinnova,
Dio si è fatto uomo;
immutato nella sua divinità,
ha assunto la nostra umanità.
(Ant. al Benedictus, Lodi, Maria SS. Madre di Dio)

 

Nel primo giorno dell’anno civile celebriamo la Solennità di Maria Madre di Dio; in essa si commemora anche l’imposizione del SS. Nome di Gesù (Ordinamento dell’anno liturgico e del calendario, n. 35, f.). Dal 1967, inoltre, è stata indetta per questo giorno la Giornata Mondiale della Pace.

“Nel ricomposto ordinamento del periodo natalizio ci sembra che la comune attenzione debba essere rivolta alla ripristinata Solennità di Maria Ss. Madre di Dio; essa, collocata secondo l’antico suggerimento della Liturgia dell’Urbe al primo giorno di gennaio, è destinata a celebrare la parte avuta da Maria in questo mistero di salvezza e ad esaltare la singolare dignità che ne deriva per la Madre Santa… per mezzo della quale abbiamo ricevuto… l’Autore della vita (Messale Romano, 1º gennaio, Ant. d’ingresso e Colletta); ed è, altresì, un’occasione propizia per rinnovare l’adorazione al neonato Principe della Pace, per riascoltare il lieto annuncio angelico (cfr Lc 2,14), per implorare da Dio, mediatrice la Regina della Pace, il dono supremo della pace. Per questo, nella felice coincidenza dell’Ottava di Natale con il giorno augurale del primo gennaio, abbiamo istituito la Giornata Mondiale della Pace, che raccoglie crescenti adesioni e matura già nel cuore di molti uomini frutti di Pace” (Marialis cultus, n. 5).

Nella preghiera dopo la comunione, viene esteso il significato della maternità di Maria, venerata “Madre del Cristo e di tutta la Chiesa” (Preghiera dopo la Comunione, Maria Santissima Madre di Dio)

È opportuno mettere in luce nelle monizioni, o nell’omelia, i numerosi i rimandi alla pace presenti nel rito della Messa (nel saluto liturgico, nel testo del Gloria, nei riti di comunione come l’embolismo, nella preghiera introduttiva al segno della pace, nello scambio del gesto di pace, nel testo dell’Agnello di Dio, nel congedo finale).

È bene ricordare il senso profondo dello scambio della pace. La pace invocata e celebrata prima della Comunione Eucaristica, è la pace del Risorto.[1]

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Nell’aula liturgica un’immagine della Madre di Dio (Madonna col Bambino) potrà essere opportunamente onorata con fiori e luci.

Tutta la Liturgia abbia lo stesso tono solenne del giorno del Natale, poiché se ne celebra l’ottava.

È consuetudine molto diffusa di cantare, il 1° gennaio, l’inno Veni, creator Spiritus, “perché lo Spirito del Signore diriga i pensieri e le azioni dei singoli fedeli e delle comunità cristiane durante il corso dell’anno” (Direttorio su pietà popolare e Liturgia, n. 116).

 

Monizione iniziale

“Nell’ottava del Natale del Signore e nel giorno della sua circoncisione, celebriamo la Solennità di Maria Santissima, Madre di Dio, che i Padri del Concilio di Efeso acclamarono con il titolo di “Theotòkos” [cioè Madre di Dio], perché per mezzo di lei il Verbo si fece carne e venne a porre la sua tenda in mezzo agli uomini il Figlio di Dio, Principe della pace, al quale fu dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome” (Martirologio Romano, 1 gennaio, pag. 101).

 

Atto Penitenziale

Si suggerisce di utilizzare la prima formula dell’Atto penitenziale del Tempo di Natale del Messale Romano (p. 299)

Signore, Figlio di Dio,che nascendo da Maria Vergine
ti sei fatto nostro fratello,
abbi pietà di noi.

R. Signore, pietà. oppure Kyrie, eléison.

Cristo, figlio dell’uomo,
che conosci e comprendi la nostra debolezza,
abbi pietà di noi.

R. Cristo, pietà. oppure Christe, eléison.

Signore, Figlio primogenito del Padre,
che fai di noi una sola famiglia,
abbi pietà di noi.

R. Signore, pietà. oppure Kyrie, eléison.

 

Preghiera dei fedeli

La preghiera dei fedeli può attingere al tema del Messaggio per la 51a Giornata Mondiale della Pace (1 gennaio 2018).

 

Dopo la comunione

Conclusa l’orazione dopo la comunione, al canto di un’antifona mariana o del Magnificat, è possibile venerare con l’incenso l’immagine della beata Vergine Maria facendo memoria della fede della Madre che ha portato nel cuore, con atteggiamento religioso, i misteri del Figlio.

 

Benedizione solenne

Si suggerisce di impartire la benedizione solenne per l’Inizio dell’anno (MR, p. 430).

 

 

[1] «Vi lascio la pace, vi do la mia pace», sono le parole con le quali Gesù promette ai suoi discepoli riuniti nel cenacolo, prima di affrontare la passione, il dono della pace, per infondere in loro la gioiosa certezza della sua permanente presenza. Dopo la sua risurrezione, il Signore attua la sua promessa presentandosi in mezzo a loro nel luogo dove si trovavano per timore dei Giudei, dicendo: «Pace a voi!». Frutto della redenzione che Cristo ha portato nel mondo con la sua morte e risurrezione, la pace è il dono che il Risorto continua ancora oggi ad offrire alla sua Chiesa riunita per la celebrazione dell’Eucaristia per testimoniarla nella vita di tutti i giorni. (CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI, Lettera circolare L’espressione rituale del dono della pace nella Messa, 8 giugno 2014).