II. Messa della Notte

La grande gioia perché è nato per noi il Salvatore, principe di pace

 

Is 9,1-3.5-6
Sal 95
Tt 2,11-14
Lc 2,1-14

 

 

Il passo del libro di Isaia conserva le tracce di un lungo sviluppo in varie epoche, con riferimento all’azione di Dio su diversi re davidici (Acaz, Ezechia, Giosia), fino a raggiungere l’attuale configurazione del testo per designare l’avvento del Messia con la sua sovranità di giustizia e di pace.

Per il popolo immerso nelle tenebre della violenza e dell’oppressione della storia umana ecco irrompere la grande luce della liberazione che mette fine a ogni angustia. Questa splendida luce si scorge nella nascita del nuovo re: un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio (Is 9,5). Egli è segno della fedeltà del Signore (cf. Is 7,14) e colui che realizza pienamente la regalità secondo il piano di Dio, promessa alla casa di Davide. Per le qualità della sua sovranità egli è contraddistinto dai titoli divini di Consigliere ammirabile per la sapienza che riceve e con cui agisce, Dio potente, perché Dio gli dà vittoria ed egli è al servizio delle vittorie di Dio, Padre per sempre, perché provvede al suo popolo e lo protegge, Principe di shalom (pace), perché porta alla prosperità, alla pace e alla libertà da ogni pericolo. La sua signoria stabilisce il diritto e la giustizia divina e nel suo regno lo shalom (la pace) non avrà fine.

Il popolo risponde allo splendore di questo dono con l’esultanza della festa davanti al Signore e la gioia della vittoria per la prodigiosa salvezza.

Nella Liturgia della Parola, la gioia si espande attraverso il canto nuovo del popolo dei redenti, nel Sal 95, con l’appello universale all’esultanza. Tutto il creato, cielo, terra, mare e quanto contengono, sono esortati a giubilare davanti al Signore che viene per giudicare e governare i popoli e il mondo con giustizia, nella fedeltà al suo piano di benedizione.

L’annuncio della grande gioia per la nascita del Salvatore è dominante nel Vangelo di Luca. Un annuncio nella notte per i pastori, intenti a vegliare il loro gregge, li sorprende e li avvolge nella gloria luminosa: Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia (Lc 2,10-12). La grande gioia esplode per l’oggi della presenza del Salvatore, Cristo Signore. I titoli cristologici identificano Gesù come Salvatore in modo unico, richiamando l’intero percorso della rivelazione e della missione di colui che è il Cristo, nel quale si compiono le promesse divine, fin dalla nascita a Betlemme, la città di Davide, come era stato annunciato (Mi 5,1), ed è il Signore, che Dio ha risuscitato dai morti (At 2,36). Un altro motivo che provoca la gioia e la festa incontenibili si trova nella dichiarazione che è nato per voi. Ecco il Salvatore che colma finalmente l’attesa umana; la sua venuta manifesta la benevolenza di Dio che risponde all’invocazione di aiuto del suo popolo; la sua opera realizza e offre in pienezza liberazione e redenzione al suo popolo e all’umanità. D’altra parte, questo annuncio del Salvatore che è venuto oggi […] per voi non riguarda solo i pastori in quel tempo, ora è oggi per noi. Infatti, dalla prima volta in avanti la gloria del Signore continua ad avvolgere con la sua luce la comunità che solennemente celebra e gioisce grandemente perchè Dio ha illuminato «questa santissima notte» con lo splendore di Cristo. E nella festa gioiosa risuona di continuo il canto di lode alla gloria divina per la rivelazione della presenza e della potenza di Dio, perché sulla terra tra gli uomini, che godono della sua benevolenza e del suo beneplacito, si è ormai stabilito il dono dello shalom, che è la salvezza, la libertà, la giustizia e la pace del tempo messianico. Perciò senza fine si eleva l’acclamazione esultante: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e shalom (pace) sulla terra agli uomini che egli ama.

Il passo della lettera pastorale di Paolo a Tito contiene l’esortazione alla comunità cristiana a vivere nella nuova dimensione corrispondente alla manifestazione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo. Con lui si rivela la benevolenza, la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini; per questo la comunità credente è chiamata a diventare quel «popolo puro» che abbandona e respinge ogni malvagità, e a formare il popolo santo del Signore, che vive al suo servizio, proteso alla realizzazione di opere di bene a beneficio di tutti. Questa è una via concreta attraverso la quale la salvezza messianica si diffonde e cresce lungo la storia.