6 gennaio
Epifania del Signore

Oggi la Chiesa,
lavata dalla colpa nel fiume Giordano,
si unisce a Cristo, suo Sposo,
accorrono i Magi con doni alle nozze regali
e l’acqua cambiata in vino rallegra la mensa, alleluia.
(Ant. al Benedictus, Lodi, Epifania del Signore)

 

L’Epifania celebra la manifestazione del Figlio di Dio a tutti i popoli e la chiamata universale alla salvezza in Cristo. Nei testi della celebrazione eucaristica l’oggetto principale è l’adorazione dei Magi, ma la Liturgia delle Ore fa memoria delle altre manifestazioni del Signore: “Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i Magi al Presepio, oggi l’acqua è cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza, alleluia” (Ant. al Magnificat, Epifania del Signore, II Vespri)

 

Ritroviamo, come nella Liturgia del Natale del Signore, il tema della luce: “Oggi, in Cristo luce del mondo tu hai rivelato ai popoli il mistero di salvezza”, preghiamo nel Prefazio dell’Epifania; “I Magi vanno a Betlem e la stella li guida: nella luce amica cercan la vera luce”, nell’Inno dei Primi Vespri; “La tua luce, o Dio, ci accompagni sempre e in ogni luogo”, nell’orazione dopo la Comunione. È Cristo la luce del mondo, in lui Dio rivela il suo volto all’umanità.

 

Se nella solennità natalizia, celebriamo la Nascita nella carne del Dio fatto uomo, nell’Epifania ricordiamo come questo mistero di salvezza giunga alla Chiesa e per mezzo di essa, a ogni uomo. “Scorgiamo un legame tra l’Epifania e la Pentecoste: se il Natale di Cristo, che è il Capo, è anche il Natale della Chiesa, suo corpo, noi vediamo nei Magi i popoli che si aggregano al resto d’Israele, preannunciando il grande segno della “Chiesa poliglotta”, attuato dallo Spirito Santo cinquanta giorni dopo la Pasqua” (Benedetto XVI, Omelia per l’Epifania 2008).

Nella Solennità dell’Epifania si celebra la Giornata dell’Infanzia missionaria: a questa è opportuno dedicare almeno un’intenzione nella preghiera universale.

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

La celebrazione dovrebbe caratterizzarsi per la solennità e la bellezza.

È bene valorizzare l’uso dell’incenso che nella Liturgia cristiana esprime “riverenza e preghiera” (OGMR, n. 276). Le incensazioni non sono azioni “complementari, opzionali” (non è questo il senso dell’espressione ad libitum, cfr. OGMR, n. 276), ma sono affidate al giudizio di chi prepara la Liturgia.

Sono previste per la processione d’ingresso; all’inizio della Messa per incensare la croce e l’altare; alla processione e alla proclamazione del Vangelo; quando sono stati posti sull’altare il pane e il calice; per incensare le offerte, la croce e l’altare, il sacerdote e il popolo; alla presentazione dell’ostia e del calice dopo la consacrazione.

Insieme all’incenso è opportuno prestare attenzione all’uso dei ceri. Portarli in processione, accenderli sull’altare o presso le immagini venerate è un gesto sacramentale che richiama il cero pasquale, segno di Cristo risorto, luce vera del mondo.

 

Proposta di Monizione

Oggi celebriamo la manifestazione del Figlio di Dio a tutte le genti.
La stella che guida i Magi è segno della gloria, che si posa là dove Cristo è presente ed è adorato.
La gloria di Dio, che nella profezia avvolge Gerusalemme come in una nube, ora avvolge la grotta dove giace il Bambino con la Madre.
Accogliamo con il canto il celebrante.

 

Annunzio del giorno di Pasqua

L’Epifania è la prima delle manifestazioni del Signore; la Pasqua è la realizzazione piena dell’Epifania di Dio. Proprio per aiutare i fedeli “a scoprire il collegamento tra l’Epifania e la Pasqua e l’orientamento di tutte le feste verso la massima solennità cristiana” (Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, n. 118) è stata offerta nuovamente la possibilità di dare l’annunzio del giorno della Pasqua e delle principali feste dell’anno nella Celebrazione Eucaristica dell’Epifania (Messale Romano, pag. 1047).

Dopo la lettura del Vangelo, il diacono o il sacerdote, o anche un cantore, può dare l’annunzio del giorno della Pasqua.

Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata
e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno.
Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza.
Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto,
che culminerà nella domenica di Pasqua il 1° aprile 2018.
In ogni domenica, Pasqua della settimana,
la santa Chiesa rende presente questo grande evento
nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.

Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi:
Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 14 febbraio 2018.
L’Ascensione del Signore, il 13 maggio 2018.
La Pentecoste, il 20 maggio 2018.
La prima domenica di Avvento, il 2 dicembre 2018.

Anche nelle feste della santa Madre di Dio,
degli Apostoli, dei Santi e nella commemorazione dei fedeli defunti,
la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore.

A Cristo che era, che è e che viene,
Signore del tempo e della storia,
lode perenne nei secoli dei secoli.

Amen.

 

Presentazione dei doni

È bene che le offerte in denaro raccolte vadano a finanziare le missioni legate all’“Opera missionaria della Santa Infanzia” (Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, n. 118).

 

Benedizione

Non si trascuri la benedizione solenne.
Al termine della celebrazione si può onorare l’immagine del Bambino Gesù con un bacio prima di riporlo. Un canto tradizionale natalizio può accompagnare questo gesto.