1 gennaio
Maria SS. Madre di Dio

Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore

Nm 6,22-27
Sal 66
Gal 4,4-7
Lc 2,16-21

Nell’ottava del Natale si celebra la festa di «Maria madre di Dio», «per mezzo di lei abbiamo ricevuto l’autore della vita, il Cristo», Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo, lei è «madre del Cristo e di tutta la Chiesa». Questa solennità coincide con l’inizio dell’anno civile e, nello stesso giorno, si celebra anche la giornata della pace che, nel tempo liturgico del Natale, è annunciata nello shalom quale dono messianico per eccellenza.

La prima lettura in questa Liturgia della Parola propone la solenne triplice benedizione sacerdotale, dal libro dei Numeri, nella quale il Signore benedice il suo popolo. Solo Dio può accrescere la vita con la riuscita, l’abbondanza e la felicità, e i sacerdoti nel loro servizio cultuale hanno il privilegio e il compito di benedire Israele. La prima benedizione: Ti benedica il Signore e ti custodisca si riferisce all’agire divino che incrementa la vita secondo le necessità individuali, familiari, sociali, e ne protegge e preserva la prosperità. La seconda benedizione: Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia mediante un linguaggio figurato invoca per ogni persona la conoscenza della sapienza divina nella rivelazione, il riconoscimento della Presenza divina nella creazione e nella storia così da trovare il favore e la benevolenza del Signore. La terza benedizione: Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda shalom (pace) riguarda in particolare l’immenso amore del Signore quale fonte indefettibile di perdono per il suo popolo. Infine, il dono dello shalom (pace) è posto a sigillo delle benedizioni perché senza pace qualsiasi prosperità diventerebbe vana. Lo shalom (pace) è una condizione di completezza per la realizzazione umana, la possibilità di sviluppare l’armonia nel mondo e nella storia.

Il Salmo 66 esprime l’invocazione umana di godere della benedizione divina su tutti i popoli, perché tutta l’umanità riconosca e lodi il Signore per la sua salvezza. Questo avviene nel tempo messianico e, per la comunità cristiana, questo è il dono del Messia che ora è tra di noi.

Nel Vangelo di Luca la narrazione, dapprima, presenta i pastori che adorano, lodano e propagano il lieto annuncio, che avevano ricevuto (cf. Lc 2,10-11) e di cui sono diventati testimoni, dell’avvento della gloria e dello shalom (pace) del Messia. Nel sommario conclusivo è riferito l’atto della circoncisione, segno dell’inserimento nella tradizione di Israele, e occasione per l’imposizione del nome Gesù, il Signore salva.

Il testo, inoltre, contiene una nota particolare su Maria che custodisce queste parole e avvenimenti nel suo cuore (Lc 2,19). Maria, quale icona della comunità credente, è colta nella sua riflessione sul piano di Dio, sulla missione salvifica del Figlio di cui è madre, coinvolta con tutta la sua persona per il compimento della parola divina, e contemporaneamente testimone del mirabile dispiegarsi della redenzione nella concreta storia umana. Così la partecipazione attiva di Maria continua per far crescere in sé e intorno a lei la conoscenza della salvezza messianica del Figlio che viene solo da Dio.

Il passo della lettera di Paolo ai Galati ripercorre la manifestazione del Messia che ha assunto la condizione umana e ha aderito alle prescrizioni dell’insegnamento di Dio, la Torah, per sottolineare che proprio questo itinerario, così determinato nel tempo e nella tradizione di Israele, aveva l’obiettivo di portare anche i gentili nella familiarità del Signore con il popolo dell’alleanza, il suo popolo. Lo scopo è stato raggiunto perché ogni comunità cristiana, per il dono ricevuto dello Spirito del Figlio risorto, può gridare come la comunità protocristiana dei Galati: Abbà! Padre! Per la sola grazia in Cristo Gesù anche i gentili, se ascoltano la parola della fede (cf. Gal 1,5), sono guidati a diventare figli di Dio ed eredi delle promesse e della benedizione divina. Nel tempo messianico, inaugurato da Gesù il Cristo, questa è la sfida aperta per ciascuno, per i popoli e per le generazioni umane: diventare davvero figli di Dio.